Quante botte

La violenza in famiglia può assumere diverse forme, ma, a prescindere da come si manifesta, è sempre devastante, sia per le donne, sia per i figli. Purtroppo non sempre i giudici rispondono al fenomeno in maniera coesa, i loro punti di vista sono a volte diversi e danno purtroppo luogo a pronunce contrastanti che possono offrire il fianco al reiterarsi di condotte dannose, perché non censurate.
Il punto della questione è se il minore ha per forza bisogno di confrontarsi con due genitori, se il padre, posto che sia violento, è indispensabile; come questo padre può esercitare la sua genitorialità? Incontri protetti a vita? Oppure c’è un margine di recupero per l’uomo violento? Domande che a volta non trovano risposte, a volte le risposte sono diverse. Un recente titolo di giornale “Firenze, lui condannato per pugni all’ex moglie, ma il Giudice impone gli incontri col papà “vanno garantiti i rapporti con i due genitori”.
Ma è sempre vero? Di diverso avviso il Giudice penale di Roma, nella sua ordinanza si legge che il padre del minore si reca sotto casa e suona incessantemente al citofono dell’appartamento ove vive il bambino; telefona continuamente ed invia alla ex compagna sms molesti e minacciosi; minaccia l’ex compagna dicendole “vuoi vedere che ti ammazzo” , alla presenza del figlio. Il Giudice, considerate tali condotte, protrattesi nel tempo senza alcuna remora a fronte del coinvolgimento del figlio minore, nonché caratterizzate da una allarmante escalation ed intensità (culminata con un episodio di pesanti percosse alla donna, davanti al bambino che piangeva inorridito), prescrive il divieto al padre di avvicinamento alla persona offesa e al figlio minore, con l’ulteriore prescrizione di non comunicare attraverso qualsiasi mezzo con l’ex compagna e con il minore.
Una decisione del Giudice civile, una del Giudice penale, contrapposte ed inconciliabili: un padre violento allontanato, un padre violento imposto al minore che non desiderava avere contatti con lui.
Forse ci vorrebbe un po’ di ordine e capire che un figlio maltrattato, un figlio testimone di violenza perpetrata ai danni di sua madre subisce danni, a volta irreversibili. E’ possibile tutelarlo? Occorre chiarire tanti dubbi, fare luce su molti aspetti, per poter dare indicazioni chiare ai soggetti deboli che necessitano di tutela.
Avv. Simona Napolitani
avvocatonapolitani@gmail.com

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