Con ordinanza del 29 novembre 2023, la Suprema Corte di Cassazione è ritornata su questo argomento, oggetto di diversi orientamenti e decisioni da parte degli stessi Giudici di legittimità. Con la suindicata ordinanza, la Suprema Corte ha stabilito che il limite indicativo potrebbe essere quello dell’età, sebbene con alcune considerazioni. A dire degli Ermellini: spetta, innanzitutto, verificare il prerequisito della non autosufficienza economica, bilanciato con il principio di auto-responsabilità, che incombe sul figlio; calibrare il principio in relazione alla peculiarità del caso concreto, nel rispetto della proporzionalità tra genitori; l’età dei beneficiari è un parametro importante di riferimento, in modo da escludere che tale obbligo assistenziale, possa essere protratto oltre ogni ragionevole limite di tempo, ma non cessare con il raggiungimento della maggiore età, scelta pregiudizievole nell’interesse del figlio. In tema di mantenimento del figlio maggiorenne, spetta al richiedente provare l’esistenza dei requisiti. In particolare, il figlio dovrà fornire la prova di aver curato con particolare attenzione la preparazione professionale o tecnica e la ricerca di un posto di lavoro. Insomma, per il “figlio adulto” in ragione del principio di auto-responsabilità sarà particolarmente rigorosa la prova delle circostanze che rendano giustificato il mancato conseguimento di un’autonoma collocazione lavorativa. Insomma, sempre complessi e variegati i requisiti per l’assegno ai “figli adulti”, rimessi alla libera valutazione della magistratura e senza alcuna certezza per i genitori ed anche per i figli stessi!
Avv. Simona Napolitani