La violenza assistita


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a violenza indiretta o assistita da minori si verifica quando i bambini sono spettatori di qualsiasi forma di maltrattamento espresso attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica subita da altri individui presenti in famiglia. La violenza assistita è stata definita dal Cismai (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso dell’Infanzia) come “il fare esperienza da parte del/la bambino/a di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulti e minori”. Per anni, si è combattuto nelle Aule Giudiziarie per far riconoscere il tema della violenza assistita, al fine di farla trattare nella sua dimensione con conseguente risarcimento del danno, in favore dei minori. Ai testimoni di violenza viene negato quel tipo di vita familiare che favorisce un sano sviluppo. Essi convivono con paura e ansia, mista a rabbia, imbarazzo e umiliazione. Sono sempre in guardia, in attesa che il prossimo evento si verifichi. Non avendo possibilità di prevederne i tempi, non si sentono mai al sicuro, si preoccupano per se stessi, per il genitore preso di mira, e per i fratelli e sorelle. La rabbia è rivolta non solo verso l’abusante ma anche verso il genitore abusato, colpevole di non essere in grado di prevenire la violenza. Si sentono inutili, impotenti e spesso responsabili degli scontri fra i genitori.

Spesso presentano disturbi del sonno, mancanza di concentrazione con scarso rendimento scolastico, mal di stomaco e/o mal di testa, enuresi, tristezza, depressione e rabbia. Possono verificarsi ritardi di sviluppo, riduzione delle capacità cognitive e la sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

Con una recentissima sentenza del 23 novembre 2023, la Cassazione, con fermezza, ha detto basta alla violenza contro le donne. Con tale sentenza ha condannato un uomo che picchiava e vessava la moglie alla presenza del bambino appena nato. A mente dell’art. 572 del codice penale, la Cassazione afferma che il minore di anni 18 che assiste ai maltrattamenti si considera persona offesa dal reato. C’è un’aggiunta che prevede un aumento di pena se il fatto è commesso in presenza o in danno di persona minore. In sintesi, sussiste il reato i violenza assistita, a prescindere dall’età del minore.  

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