Una decisione pericolosa, quella che ha visto negare l’assegno di mantenimento alla moglie, perché colpevole di inerzia nel reperire un lavoro. Non è una prerogativa acquisita sempre e comunque, non è una difesa di genere a spada tratta, ma i Giudici devono comprendere alcuni principi fondamentali: se la donna sacrifica la propria attività lavorativa per fare la moglie – per decisione congiunta dei coniugi – o per fare la madre, ha diritto a mantenere un assegno, che le garantisca un minimo di continuità economica, in caso di separazione, quantomeno sino a quando non trova un nuovo lavoro.
Di diverso avviso il Tribunale di Treviso che, con la decisione che segue non ha riconosciuto alcun diritto alla donna, nonostante la recente decisione della Cassazione S.U., che si è espressa diversamente. Il caso specifico: lui è un professionista, lei una segretaria che lascia il lavoro per seguire il marito all’estero, su decisione condivisa.
Al rientro in Italia, la coppia si separa e la moglie ottiene un assegno di 1,100,00, poi chiede un aumento ed il Tribunale le revoca l’intero assegno, sulla base della seguente motivazione “ ha un’età che le consente di reintegrarsi nel mondo del lavoro e un titolo di studio facilmente spendibile.”, insomma i Giudici parlano di “inerzia colpevole nel reperire un’occupazione”, quindi nessun assegno.
Esistono vie intermedie: oggi in Italia c’è una importante crisi economica, trovare un’attività lavorativa non è facile e togliere completamente un assegno ad una donna che si è licenziata per seguire il marito all’estero, non appare una decisione in linea con l’attuale situazione del mercato del lavoro e con la decisione delle SU, secondo cui occorre tener conto, in caso di separazione, dell’assetto familiare preesistente.
La revoca totale dell’assegno, avrebbe quantomeno dovuto prevedere un paracadute che consentisse alla donna di percepire l’assegno sino al reperimento di una nuova attività, semmai prevedendo un margine di tempo per la sottoscrizione di un nuovo contratto di lavoro.
Codice Donna
Simona Napolitani